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La Via degli Ospizi, da Vedana alle Miniere di Val Imperina
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Gruppo Montuoso
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Monti del Sole
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Cartina
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024 - 025 Tabacco -
FotoPercorso
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Difficoltà
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E
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Dislivello
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550 m
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Altitudine Massima
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750 m (Bivio nel Valon dei Zoldani)
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Tempo
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5.30 ore
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Lunghezza
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20 km circa
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Segnavia
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Segnavia giallo-viola
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Punto di partenza
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San Gottardo, frazione di Sospirolo (412 m)
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Periodo
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Aprile 2013
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Note
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Al giorno d'oggi in automobile per recarci verso Agordo dalla Val Belluna percorriamo velocemente la bassa Valle del Torrente Cordevole; la strada si infila nella stretta e selvaggia valle e in poco tempo ci porta nella bella conca agordina; un tempo non era così, la valle era un serio ostacolo per i viandanti e per facilitare il passaggio nel medioevo furono costruiti una serie di ospizi per offrire riparo ai viaggiatori: l'Ospizio di Vedana (ora certosa), l'Ospizio di San Gottardo, l'Ospizio di Candaten e l'Ospizio di Agre.
La Via degli Ospizi è un interessante percorso segnalato dal Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi che ci consente di raggiungere questi ospizi (tranne Candaten che sorge sulla sinistra orografica) percorrendo la destra orografica del Torrente Cordevole; il tracciato non presenta nessuna difficoltà ma non è neppure banale, sia per la lunghezza (quasi 20 km), sia per qualche difficoltà nell'orientamento in alcuni tratti; nonostante la bassa quota (si raggiungono appena i 750 m) e la relativa vicinanza con la SR Agordina l'ambiente è a tratti particolarmente selvaggio; si attraversa una incredibile varietà di ambienti, dai riposanti prati di Salet e di Agre alle cascate della Val de le Montareze e alle cenge del Vaion; tutto il percorso è segnalato con i segnavia viola-giallo del Parco; ultimamente la Via è diventata anche parte del Cammino delle Dolomiti e quindi troveremo anche i segnavia del Cammino.
Tutto l'itinerario è intriso di storia: oltre agli ospizi si attraversa la Forra dei Castei, dove anticamente sorgeva il Castello Agordino, e si termina l'itinerario alle miniere di Val Imperina.
In caso si stanchezza è' possibile interrompere l'itinerario poco dopo Agre, dove un ponte pedonale consente di attraversare il Cordevole e di raggiungere la località La Muda.
Partenza e arrivo distano tra loro circa 15 km; se non si ha la possibilità di lasciare una seconda auto alle Miniere di Valle Imperina è possibile tornare alla partenza con i mezzi pubblici di DolomitiBus; per raggiungere la fermata bisogna attraversare il ponte sul Cordevole di fronte all'ostello di Val Imperina e poi percorrere la SR Agordina verso Agordo per poche centinaia di metri fino a un distributore; si scende poi a Peron e anche in questo caso bisogna tornare brevemente verso Agordo finchè, poco dopo la tabella del Km 8, si trova una stradina sulla sinistra che ci porta a una passerella sul Cordevole; attraversato il torrente per sentiero tra i prati si giunge in breve alla partenza a San Gottardo.
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Descrizione
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Da Belluno o da Sedico si raggiunge Ponte Mas e da lì il borgo di San Gottardo (412 m), dove si può lasciare l'auto nei pressi della chiesetta.
Si prosegue lungo la stradina asfaltata in discesa che ci porta sul greto del Cordevole; superata una sbarra la stradina diventa bianca e prosegue in leggera salita per prati fino a giungere a Salet (426 m, 30 min), dove si trova un allevamento di cavalli gestito dal Corpo Forestale dello Stato; davanti allo stabile principale si svolta a destra attraversando un cancello e si prosegue su un magnifico viale alberato che attraversa un'immensa distesa di prati; il luogo ispira pace e tranquillità e non è rado trovare i camosci che pascolano tranquillamente accanto ai cavalli; si passa nei pressi di un casolare diroccato (Sass de la Volta, 410 m), poi si rientra nel bosco e in breve si giunge sul greto del Torrente Cordevole dove la stradina termina (1 ora; siamo ora in corrispondenza dell'ospizio di Candaten ma per raggiungerlo bisognebbe attraversare il torrente e il guado si presenta in genere problematico).
Si imbocca il bel sentierino che si stacca a sinistra della strada e prosegue parallelo al Cordevole qualche metro più in alto del greto portandoci in pochi minuti allo sbocco della Val de le Montareze; a questo punto vale la pena di fare una breve digressione lungo il Sentiero Naturalistico Zanardo che risale la valle per qualche decina di metri su ponticelli e passerelle in legno e ci permette di ammirare una bella serie di cascate formate dal Ru de le Montareze.
Tornati sul percorso della Via degli Ospizi si inizia a salire su largo sentiero che ci porta a un bivio dove si trascura la traccia di sinistra che sale al Col dei Porz; si prosegue per un tratto a saliscendi e dove la vegetazione si dirada possiamo vedere alla nostra sinistra l'Ospizio di Candaten, poi si scende bruscamente con due secchi tornanti per tornare al livello del Cordevole nei presso dello sbocco della Val Fagarè (430 m, 1.45 ore).
E' necessario ora attraversare il torrente, in genere non ci sono problemi ma dopo forti piogge può essere necessario togliersi gli scarponi; vicino al guado possiamo notare l'ingombrante presenza della condotta idroelettrica che porta una parte delle acque del Cordevole verso il Lago del Mis; passato il guado si procede in piano nella boscaglia per un breve tratto poi si svolta a sinistra e si inizia a salire ripidamente innalzandosi rispetto al Cordevole; dopo circa 20 min di salita bisogna porre attenzione al momento in cui la Via lascia il sentiero seguito finora e svolta bruscamente a sinistra con un tornante portandosi al basamento di un pilone della linea elettrica; il bivio non è ben segnalato ed è facile saltarlo, in caso di dubbio non seguire i fuorvianti bolli rossi ma cercare sempre il segnavia viola-giallo e eventualmente le tabelline del Cammino delle Dolomiti; dopo il pilone il sentiero diviene per un tratto meno evidente poi si congiunge con una buona mulattiera che in salita ci porta verso la forra del Vaion che viene attraversata con un'ardita cengia munita di passamano metallico; il vallone è impressionante ma il tracciato è sempre largo, sicuro e ben percorribile; usciti dalla forra si prosegue sempre in salita praticamente camminando sotto l'elettrodotto mentre davanti a noi cominciamo finalmente a vedere le ancora lontane praterie di Agre; si entra ora in un altro largo vallone, il Valon dei Zoldani, attraversando anche un umido lastrone sotto a un landro gocciolante dove per precauzione è stata messa una corda metallica, poi si perviene al punto più alto del percorso (750 m, 3 ore) dove si stacca sulla sinistra una traccia che sale verso la Rocchetta; si inizia a scendere raggiungendo in breve i poveri resti della Casera delle Fratte (700 m) poi si raggiunge il fondo della Valle del Mus, dove il torrente crea una serie di marmitte e di cascatelle; si prosegue nella discesa su un sentiero che diviene sempre più largo per diventare alla fine una stradina sterrata che ci porta a un ponte che attraversa il Torrente Pegolera (500 m - guardando verso monte possiamo vedere una curiosa guglia di roccia, il Gendarme della Pegolera); si prosegue sulla stradina che attraversando bei prati ci porta all'Ospizio di Agre (480 m, 4 ore), ora azienda agricola del Parco.
A questo punto è possibile abbandonare il percorso raggiungendo la località di La Muda attraversando l'ardito ponte sospeso sul Cordevole; proseguiamo invece sulla stradina che attraversando prati e alcune casere ci porta al Ponte del Torner (487 m), dopo un ardito tratto scavato sulla roccia; si inizia a risalire la stretta Gola dei Castei lungo il vecchio tracciato della strada statale abbandonato dopo la costruzione della galleria sul versante opposto fino a raggiungere la Tagliata di San Martino presso l'alto Pont dei Castei (527 m); qualche metro prima della ex Casa Cantoniera si lascia la strada asfaltata e si imbocca la stradina a sinistra (tabelle) che si segue fino al quarto tornante per poi imboccare una mulattiera a destra che sempre in salita ci porta a un'insellatura dove sorge un fortino militare (620 m, 4.45 ore); alla nostra destra si innalza il tondeggiante Sass de San Martin, dove anticamente sorgeva il Castello Agordino.
Si attraversa il fortino, si inizia a scendere ripidamente per l'opposto versante e dopo alcuni tornanti si incontra un ponticello che attraversa l'incassato Rio Carbonere; si segue brevemente il rio poi si esce dalla valle raggiungendo il Pian dei Nof presso i ruderi di alcune casere; si prosegue in leggera salita su largo sentiero che supera alcuni tratti dirupati su passerelle di legno, poi si sale più ripidamente per aggirare con attenzione alcuni franamenti e dopo un altro buon tratto di discesa si giunge ripidamente alle Miniere di Val Imperina (530 m, 5.30 ore).
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